Guido Stefanoni: sulle tracce della “sua” Ferrania

I ricordi di uno storico dipendente dell’azienda valbormidese

L’ingresso in azienda

Guido Stefanoni  ha iniziato a lavorare alla Ferrania nel 1960 grazie alla madre che lavorava nella stessa azienda e che ha presentato la domanda di assunzione al suo posto. Dopo poco tempo è stato chiamato dall’impresa e ha iniziato a lavorare in un reparto dove si è occupato della manutenzione dei macchinari.

La produzione di lastre e pellicole fotografiche

In un momento successivo è stato assegnato a un laboratorio che si trovava in uno scantinato e che condivideva con quattro ragazze e un altro ragazzo. Le giovani producevano un’emulsione fotosensibile mentre i due ragazzi avevano il compito di applicarla alle lastre e alle pellicole fotografiche fcendo uso di un dispositivo chiamato estrusore. Il buon esito di questa operazione veniva verificato in condizioni di oscurità per non impressionare il materiale sensibile alla luce. Per un certo periodo Guido ha condiviso il lavoro in questo reparto con suo fratello, anch’egli dipendente della stessa ditta.

Le ricerche sulla vernice elettrofotografica

Dopo un certo periodo di attività questo laboratorio è stato chiuso e Guido è stato nuovamente trasferito. Nel suo nuovo incarico si è ocupto di compiere ricerche su un prodotto innovativo chiamato vernice elettrofotografica. Questa sostanza, stesa su lastre di alluminio, consentiva di utilizzarle per stampare manifesti. Ogni lastra poteva produrre fino a 300 copie stampate.

Nuova esperienza con i computer IBM

Dopo questa esperienza gli è stato assegnato un ulteriore incarico che consisteva nell’attività di operatore al computer. In questa nuova attività ha dovuto confrontarsi con i recentissimi (per l’epoca) computer IBM. Per acquisire le competenze necessarie ad operare su questi nuovi dispositivi è stato mandato a Milano per frequentare un apposito corso di formazione.

Due nuovi avvenimenti

Quando la direzione aziendale è passata in mano ad una compagnia americana, quest’ultima ha promosso l’immagine dello stabilimento apportando ampi miglioramenti in tutti reparti. Nel 1992 Guido è stato inoltre testimone delle disastrose conseguenze che l’alluvione di quell’anno ha comportato all’azienda. Nonostante gli evidenti e gravi danni che lo stabilimento aveva subito, come molti altri edifici della provincia, la produzione è ripresa in breve tempo e l’impresa si è risollevata da questo drammatico evento.

Le attività extralavorative

Guido ricorda che l’azienda metteva a disposizione dei lavoratori la posibilità di partecipare ad attività sportive o ad altri svaghi. Esisteva infatti un apposito dopolavoro dove i dipendenti potevano ritrovarsi e sfidarsi in diversi competizioni come il calcio, il tennis, il biliardo o le bocce. Inoltre Guido svolgeva attività fisica anche negli spostamenti tra casa e lavoro in quanto si spostava in bicicletta.

Scritto da Luis Fancello & Renato Venturini

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